lunedì 2 novembre 2015

Talete

Talete (Mileto, 640/625 a.C. - 547 a.C. circa), come anticipato nei precedenti articoli, viene considerato da Aristotele in poi il primo filosofo della storia Occidentale. Egli, come tutti i presocratici, ricervava l'arché e lo individuò in uno dei quattro elementi fondamentali (aria, acqua, terra, fuoco): l'acqua

Non abbiamo notizie certe riguardo al modo in cui arrivò a questa conclusione; tuttavia, alcune testimonianze di Aristotele suggeriscono che vi sia giunto esaminando in modo elementare la natura, giungendo a supposizioni pragmatiche e derivanti dall'esperienza quotidiana. In particolare, secondo Aristotele, Talete individuò l'arché nell'acqua per quattro motivi:

  1. Il nutrimento di tutte le cose è umido
  2. I semi di tutte le cose hanno natura umida
  3. L'acqua è il principio naturale delle cose umide
  4. La terra poggia sull'acqua; essa è, dunque, ciò che la fonda e sorregge 

La mancanza di documentazione riguardo al perchè scelse l'acqua come principio esplicativo ci impedisce di asserire con certezza le ragioni che spinsero il filosofo ad individuare nell'acqua l'arché. Tuttavia, in aggiunta a quanto disse Aristotele, si è soliti nominare le caratteristiche proprie dell'acqua a sostegno dell'esito della ricerca di Talete, ovvero: l'acqua, in virtù del fatto che è inodore, insapore, incolore ed informe può assumere le caratteristiche di qualsiasi cosa, pertanto è possibile che queste peculiarità abbiano suscitato l'interesse del milese. In più, studiando gli effetti delle piene del Nilo e le culture fluviali egizie e mesopotamiche è probabile che Talete riconobbe l'assoluta centralità dell'acqua nell'esistenza dell'uomo e delle altre forme di vita.

Le notizie che ci sono pervenute circa la vita di Talete sono molto incerte e frammentarie. Per quanto ne sappiamo non scrisse alcuna opera o, quantomeno, nessuna delle fonti più attendibili dell'epoca (Erodoto, Platone, Artistotele e Teofrasto) ne fa riferimento. Riguardo la personalità di Talete, e di come questa fosse vista dagli altri, fa cenno il filosofo Platone, attraverso un celebre aneddoto secondo cui Talete, scrutando il cielo, perse di vista il sentiero che stava percorrendo e cadde in un pozzo, suscitando il ridere di una serva tracia nelle vicinanze che gli disse che conosceva il cielo ma non la terra che c'era sotto. Un'altra informazione sulla sua vita la dà Aristotele, narrando l'arguzia con la quale, in contrapposizione all'inutilità che il volgo attribuiva alla filosofia, predisse un abbondante raccolto di olive e prese in gestione tutti i frantoi quando questi erano ancora a basso prezzo, per poi affittarli a caro prezzo nel periodo della raccolta, ottenendo un ingente guadagno e dimostrando quanto sia facile per un filosofo arricchirsi, pur non essendo questo il fine ultimo della sua attività. 

Secondo alcune testimonianze Talete compié numerosi viaggi in Asia Minore ed in Egitto, dove ebbe modo di impadronirsi delle relative culture e conoscenze scientifiche. Erodoto riferisce, inoltre, un'attiva partecipazione ed interesse del filosofo alla vita politica. Sia pur senza certezze, e, anzi, con molto scetticismo a riguardo, vengono riconosciute a Talete importanti conoscenze in astronomia, geometria, metereologia e matematica. Si dice, infatti, che calcolò l'altezza delle piramidi misurandone l'ombra, scoprì alcune proprietà della calamita e dunque del magnetismo, previde un'eclisse solare e scoprì alcuni teoremi della geometria.

Certo è che nella personalità di Talete albergano saggezza e sapienza, grazie alle quali promulgava norme morali attraverso sentenze, di cui le più celebri sono: "Cerca una cosa sola: la saggezza; scegli una cosa sola: il bene", "Non fare quel che riprendi negli altri", "Non cercare di apparire bello nell'aspetto, ma di esserlo nelle azioni". Non è chiaro quali tra queste siano effettivamente di sua fattura poichè vengono menzionate anche in altri scritti dell'epoca. E' probabile che la figura di Talete sia stata notevolmente enfatizzata nel corso degli anni con l'attribuzione di meriti che non gli spettano.

Alcune fonti narrano che la sua morte sia avvenuta per il caldo e la sete mentre assisteva ad una gara sportiva intorno al 547 a.C.

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